Che volessi diventare una Consulente d’Immagine probabilmente l’avrei dovuto capire già a 6 anni.
Ero una di quelle bambine che a stento arrivavano allo specchio del bagno e che già rubavano trucchi e profumi di mamma, di quelle che al “Dolce Forno” preferivano le riviste con in regalo i trucchi per bambine, che passavano ore a sfilare in camera con i più svariati outfit, di quelle a cui non andava mai a genio l’outfit delle Barbie e provvedeva a rivestirle da capo a piedi con le stoffe rubate alla sorella.

Insomma, già allora avevo capito che con l’abito giusto, sia per forme che per colori, si potevano esaltare e valorizzare le caratteristiche uniche delle persone.

Poi sono cresciuta, e questa voglia di valorizzare me stessa e gli altri, è cresciuta con me.

A quel tempo lavoravo a stretto contatto con le persone così, invece di concentrarmi sul mio lavoro, fantasticavo su outfit e trucco da proporre a chi mi circondava, sviluppando empatia ed un grande spirito d’osservazione.

Ho continuato a lavorare e, nel contempo, a formarmi per quella che sentivo essere una passione e una propensione sempre più forte.

Avevo bisogno di fare/imparare qualcosa che potesse aiutare le persone a valorizzarsi.

Ho iniziato così a fare corsi di portamento e piccole esperienze nell’ambito, senza mai arrendermi, ma ancora non soddisfatta e gratificata appieno.